giovedì 22 marzo 2012


Conosco questa sensazione di trance che descrivi, è come ritornare alla realtà da un viaggio in un'altra dimensione, per tutto il giorno anch'io ebbi l'impressione gradevolissima di fluttuare in aria.
Per me nuotare in mare è quasi una pratica zen, in quel momento riesco a liberare la mente e nulla esiste al di fuori dell'acqua in cui sono immersa, quella mattina però tra una bracciata e l'altra rivedevo il tuo viso sorridente e ripensavo ai tuoi baci e alle tue mani insaziabili che mi avevano accarezzato tutta la notte. Avevo già voglia di te.
Ero certa che ci saremmo rivisti ma come e quando francamente lo ignoravo; tuttavia ogni incertezza fu dissipata l'indomani, da un tuo messaggio in cui, tra le altre cose, mi domandasti "le rifacciamo tutte quelle cose carine?" o qualcosa di simile.
Decisamente eri un uomo pragmatico e diretto, niente giri di parole o inviti ad uscire ed io, da donna pragmatica e di buonumore, senza esitare dissi sì
 -perchè mai avrei dovuto temporeggiare se era quello che volevo anch'io?-

Il pomeriggio dell'indomani eri già con me. Venisti presto e andasti via tardi, cioè presto...di mattina.
Parlammo moltissimo quel pomeriggio, tu preparavi il tè (e non il mio ignorantissimo gunpowder ma l'Occhio di Drago, per palati sopraffini) completamente a tuo agio a casa mia, ed io ascoltavo la tua voce che mi incantava come il coro delle sirene di Ulisse, per dirla alla Battiato; non so quale effetto avessi su di me (non mi intendo di queste cose) ma bastava soltanto la tua presenza per far crescere in me il desiderio incontenibile di baciarti e accarezzarti. E scoparti.
Quando mi sedetti su di te, fui piacevolmente sorpresa di sentire sotto i jeans il tuo cazzo già magnificamente duro e d'altronde anch'io ero gia bagnatissima, la tua affermazione "sotto le tue cosce il mio cazzo si ingrossava..." non è del tutto veritiera ma non sottilizziamo, non è proprio il caso questo.
Eravamo già totalmente assorti in quel contatto dall'effetto deflagrante, e fu un attimo ritrovarsi nudi e avvinti, compenetrati l'uno nell'altro.
Ormai tra noi vigeva l'uso che quando il troppo caldo e la spossatezza si facevano sentire, eravamo ben lieti di fare un break cannereccio.
Mi alzai per prendere dal tavolo i parafernalia necessari, mi seguisti con lo sguardo e ti alzasti anche tu. Mi abbracciasti la schiena mentre mi baciavi il collo e la nuca e ti avvicinasti a me. Il contatto dei nostri corpi sudati mi riaccese i sensi ed ebbe lo stesso effetto anche su te a giudicare dall'erezione che avvertivo nettamente sulla schiena. Ti muovevi lentamente massaggiandomi su e giù e mi poggiai sul tavolo nel momento che entrasti dentro di me, finalmente ero piena di te totalmente. Appoggiato a me ti muovevi ritmicamente, mi spingevi a fondo sempre di più. Le tue mani sui fianchi mi stringevano sollevandomi leggermente e spingendomi sul tavolo.
In quella posizione non potevo vederti, ma ti sentivo tantissimo come mai prima, avevo scoperto la parte selvaggia di te e anche questo aspetto mi affascinava moltissimo. Mi perdevo nei tuoi movimenti convulsi e quando venisti profondamente in me, mi abbandonai sul tavolo e tu su di me, baciandomi ovunque.
Ma il pomeriggio era ancora lungo.....


mercoledì 21 marzo 2012


Il giorno dopo quella prima notte fu una trance per me. Mi ricordo che quel giorno avevo cose da fare in città e andavo in giro con quello che doveva essere un sorriso beota stampato sulla faccia. Dimenticai una cosa importante che dovevo fare - e ancora oggi non mi ricordo cosa fosse - e passai tutto il tempo a pensare a te nuda e vicina. 
La sera però ero distrutto e dormii profondamente. 
L'indomani mi svegliai con una voglia selvaggia di rivederti. Ti mandai un messaggio al lavoro, qualcosa del tipo: "non riesco a smettere di pensare a tutte le cose che abbiamo fatto assieme. le rifacciamo?". Fui sorpreso alla tua risposta immediata: 'si".
Venni a casa tua lo stesso pomeriggio. Mi ricordo che mi sedetti per togliermi le scarpe mentre tu mettevi su l'acqua per il tè. Ti avevo portato il mio tè verde, quello arrotolato a palline con petali di gelsomino, buono. Poi venisti a sederti anche tu. Ci facemmo una canna e parlammo non mi ricordo di cosa mentre aspettavamo che bollisse l'acqua. Fu come se, per quell'istante, non volessimo pensare a quello che sarebbe successo da lì a poco fra noi due. 
Il tè era buono - scaldai le tazze e la teiera abbondamente con l'acqua bollente, ci misi una dozzina di palline di tè dentro, poi, dopo che l'acqua si fu raffreddata abbastanza per non rovinare le foglie, la versai. Durante tutto questo parlammo moltissimo, seduti vicini - di quando ci eravamo conosciuti da giovani, di quello che avevamo fatto negli anni trascorsi. Io ti guardavo e ti guardavo e quanto mi piacevi. Mi piaceva come ridevi, il tuo modo di parlare, il tuo modo di pensare, il tuo modo di scrollare le spalle a qualche antico ricordo. 


Dopo la prima tazza di te eri già fra le mie braccia. Scostai la sedia dal tavolo e tu ti sedesti sulle mie gambe, a cavalcioni. Il tuo odore mi abbracciò ancora prima delle tue braccia. Questo ricordo che ho è fortissimo. Avvampai di desiderio per te. Ci baciammo - la tua testa un poco più in alto della mia, inclinata verso di me, contornata dai tuoi capelli - che erano della lunghezza giusta per finirci in bocca. Le tue labbra morbide, la punta della tua lingua che mi apriva le labbra. Le mie mani andarono alla tua schiena prima ancora che ci pensassi - sotto la camicetta, risalendo, oltre il reggiseno fino alla base del tuo collo. Mi piacque assai toccarti la schiena, sentirti muovere piano mentre, sotto le tue cosce il mio cazzo si ingrossava, e sentendolo tu ti stringesti a me ancora di piu', con un mugolio di piacere. 
Dopo qualche minuto che a me sembró lunghissimo ti alzasti in piedi, e sempre baciandomi cominciasti a sbottonarmi la camicia. A quel punto la voglia reciproca era fuori controllo, nè la volevamo controllare. Fu una liberazione spogliarci e spostarci sul tuo letto. Mi ricordo che mi strappai i vestiti di dosso, li lasciai per terra e mi sdraiai sul letto mentre tu finivi di spogliarti e ti sedevi sul bordo del letto, dandomi le spalle, per toglierti i jeans. Il tuo culo mi apparve in tutto il suo splendore, sottolineato dal triangolino posteriore del tanga, che sparì subito. Ti girasti, e venisti vicina. "Coccola" dissi al tuo sorriso. 


La coccola divenne immediatamente un abbraccio di pelle su pelle. Non smettevo di accarezzarti - la schiena, le cosce, il culo. Il tuo sedere è il più bello che abbia mai visto, lo sai? Credo di avertelo detto, e tu non ci credesti. Ma lo e'. Guardarlo mi affascina, toccarlo mi fa sentire in paradiso. E ancora eravamo alla coccola...ti volli sopra, e sempre baciandoti scivolasti su di me. Non riuscii a stare lontano dai tuoi capezzoli duri - li accarezzai delicatamente con le labbra, li toccai con la punta della lingua. Il tuo respiro sul mio viso era dolce, i tuoi capelli sul mio viso non mi davano fastido. Risalii con la bocca fino alla tua spalla, baciandoti alla base del collo e sotto l'orecchio. Mi piaceva tutto di te, non potevo smettere di assaggiarti e di baciarti. Tornai a cercare la tua bocca, tu scivolasti giù su di me per baciarmi meglio, e fra le tue cosce aperte il mio cazzo durissimo trovò la tua fica già bagnata, e senza mani ne' sforzo fui in te. Gememmo assieme di piacere, la tua voce nel mio orecchio, le tue mani su di me, le mie mani sui tuoi fianchi. Inarcai la schiena per affondare di più in te, e tu mi venisti incontro, dandoti tutta a me mentre ci chiamavamo per nome in un sussurro scambiato fra i sospiri. Quello che provavo era indescrivibile - un piacere totale, puro, che lo stare con te mi dava. Ed avevamo appena iniziato...

lunedì 19 marzo 2012


La sera quando ci riincontrammo ero a bere una birra con i ragazzi del Tai Chi e L. ci doveva raggiungere con un suo amico; dopo averti presentato a tutti collettivamente, vi sedeste accanto a me. Parlammo tutta la sera ma non ti avevo riconosciuto per niente.
Mentre ero fuori per farmi una sigaretta ebbi l'illuminazione: ma tu sei.....? Mi guardavi perplesso cercando un riferimento, che prontamente ti diedi ma tu niente, non ti ricordavi.
Certo in trent'anni si cambia molto. Ora eri molto diverso dall'immagine di te  che avevo io: capelli lunghi stretti a coda, jeans strappatissimi, un fantasma di sacco a pelo tenuto insieme da una corda a tracolla sulla spalla e uno spazzolino da denti nella tasca sul culo...e soprattutto eri inavvicinabile, caspita diciotto anni erano tanti per me e sottobraccio, alla faccia della timidezza, c'era sempre una ragazza.

Poi devo un attimo spiegare perchè pensavo che fossi pericoloso: tu mi piacevi molto e con tutta quella chimica insaporita da uno spiccato sense of humor e da una evidente intelligenza, che in un uomo mi seduce più di ogni altro aspetto, mi apparivi come un'oasi nel deserto del desolante panorama maschile che ultimamente mi circondava e mi lasciava del tutto indifferente. E questo ovviamente non te lo dissi, non subito perlomeno.

Era ormai mattina. Entrambi eravamo stravolti ma nonostante tutto continuavamo a coccolarci abbracciati; l'idea che dovevi andartene non mi entusiasmava, comunque seppure riluttante, mi alzai per fare il caffè e rollare ciò che era rimasto in un'ultima cannina di buon giorno mentre tu raccoglievi i nostri vestiti dispersi e riportavi tazze e teiera in cucina.
Ciao, ci vediamo presto mi dicesti sulla porta di casa e, non ricordo se lo dissi o se lo pensai soltanto, non avrei voluto che te andassi, ma era giusto così e ne approfittai per dormire qualche ora.
Mi svegliai tardi, con la beatitudine stampata in viso, mi sentivo piena di energia come non mi accadeva da tempo e dopo essermi lavata l'essenziale scesi a mare per fare una nuotata. Ricordo che volutamente non feci la doccia perchè volevo sentire addosso ancora per un po' il tuo odore, tanto mi piaceva.
Pensai spesso a te, alle tue labbra dolci, a come facevi l'amore, a quanto mi desideravi e a quanto mi sentissi desiderata da te, alle parole che mi sussurravi mentre mi baciavi e che spesso non capivo e mi chiedevo quando ci saremmo rivisti, presto sì, ma non credevo sarebbe stato così presto.

domenica 18 marzo 2012


Gli uccelli canterini non me li ricordo. Devo dire. 
Sopratutto perchè giunta l'alba ero esaurito dalla nottata intera di sesso e coccole con te. Una sorpresa infinita fu quella notte. Anzi. Fosti tu la sorpresa, bella e inaspettata.


Qui ci vuole una spiegazione, per i due lettori che seguono questo blog. 


Quando, pochi giorni prima della notte di cui parli ci incontrammo in quella birreria dove mi aveva portato la mia amica L. (la quale poi scoprii era anche amica tua), per raccontarci cosa avevamo fatto negli ultimi anni - dato che io vivevo all'estero e tornavo in Sicilia solo ogni tanto - io non ti avevo riconosciuta. E dire che avrei dovuto, perche', quando ti incontrai per la prima volta, tanti anni fa - tu sedici anni, io diciotto, avevi i capelli biondi a caschetto, mi ricordo, gli scarponcini blu ed eri caposquadriglia in un reparto Scout. E mi piacesti moltissimo all'epoca. Anche se fu una conoscenza superficiale e breve, ero timidissimo da giovane, e non avrei mai avuto il coraggio di dirti niente. Tu eri gia' sicura di te stessa, occupata a fare le cose che i capisquadriglia scout fanno, con sguardo serio, cappellone blu appeso sulle spalle, e portavi il guidone. 


Eppure, quando ti ho rincontrata, quella sera in birreria, mi ero dimenticato di te. Oggi penso che i trent'anni e passa che erano trascorsi da quel tempo non siano giustificazione sufficiente per la mia smemorataggine. 
E comunque. Tu mi riconoscesti invece, e quando confessai che invece io non mi ricordavo non mi sembrasti delusa. Ti arrotolasti una sigaretta - le unghie corte, le dita agili, i capelli sempre biondi ma ora schiariti dal sole e non più a caschetto - e continuasti la conversazione con L. e con me come se niente fosse. E che bel sorriso che avevi...
Quella notte stessa, a casa di mio fratello - dove ero ospite mentre ero in visita alla famiglia - ripensai alla serata e a te, e poi ripensai molto più indietro nel tempo, e finalmente - dopo un bel pezzo della notte - mi ricordai di te come eri. E mi resi conto che continuavi a piacermi moltissimo. Mi addormentai pensando a te. L'indomani mi feci dare il tuo numero da L. e te lo scrissi che mi ero ricordato di te. Poi ci vedemmo a casa di F., in campagna...ma questa è una storia per dopo. 


Quella prima notte, dove tu mi descrivi dicendo tutte quelle cose carine su di me, fu una scoperta fantastica. Scoprire te, dico. E non solo scoprirti nel senso di toglierti la camicetta e aiutarti a sfilare i jeans. Scoprire quanto tu sia tranquilla, rilassata, diretta nel tuo parlare, agire. E nel fare l'amore. Disinibita. Intelligente - a me l' intelligenza mi eccita assai. E a letto fosti fantastica - l'amante che avevo sempre sognato, e che non avevo mai avuto tutta assieme in una sola persona. Tu.  
Non sapevo ne' immaginavo che mi giudicassi pericolosissimo - non sono cosi' percettivo. Ma sono d'accordo con tutto il resto che hai scritto. Fare l'amore e odorarti tutta la notte. La tua pelle abbronzata e profumata di mare, la tua bocca dolce, le tue labbra morbide e rilassate che più baciavo più volevo baciare. I tuoi fianchi nelle mie mani, la forma della tua schiena nei miei occhi, il sapore del tuo collo...guardarti ed odorarti e baciarti e sentirti con me mi eccitava tremendamente, la voglia di te aumentava sempre, la tua voglia di me...fino al venire profondamente in te (ma credo di averti chiesto se potessi...) e poi crollare su di te, esausto, il fiato grosso, pensando solo a quanto fossi bella. 
E a darti baci sul collo e sulla guancia come scusa per riprendere fiato... non mi sembra strano che, perso in te dopo la passione non abbia fatto caso agli uccelli...

Il tempo andò via veloce e leggero, ci accorgemmo dell'alba solo per i fischi rumorosi dei merli e di altri uccelletti che avevano eletto il giardino a loro dimora.
Nella luce soffusa esistevamo soltanto noi, abbracciati in mille modi diversi per tutto il tempo, immersi l'uno nell'altro tutta la notte. Ma che notte...
E tu, dolce e beddu, eri così eccitante e desiderabile che non mi stancavo mai di volerti.
Quando venivi dentro di me eri completamente perso nel godimento, i tuoi sussurri aumentavano fino a trasformarsi quasi in urla di piacere, anzi senza quasi, il tuo odore più forte e speziato mi faceva impazzire dalla voglia di te, e tu spingevi con impeto il tuo cazzo sempre più duro e più grande fino a quando non ti abbandonavi a me, bagnatissimo e senza più fiato, abbracciandomi e coprendomi di bacini. Dolce.
Ma ho divagato...dicevo che notte che è stata.
Cosa avevi risvegliato in me? Da quanto tempo non mi sentivo così viva e appagata?
Tu avevi un effetto su di me afrodisiaco e oltre ad essere dolce, beddu, profumato, eri pure simpaticone e intelligente quindi PERICOLOSISSIMO per una come me che non aveva nessuna intenzione di lasciarsi coinvolgere più di tanto, single da anni e contenta di esserlo.
Beh, ma fortunatamente parte quindi non c'è problema.
Lo ripetevo come un Mantra, per tutto il tempo che sei stato qui

venerdì 16 marzo 2012


Ora la tua lingua profumava di limone con una sfumatura dolce; certo, adesso era difficile percepire nostri odori mescolati tra loro, ma il risultato era straordinariamente eccitante, non che ce ne fosse bisogno dal momento che ormai eravamo irrimediabilmente presi da noi e dalla magia di scoprire che eravamo sempre in perfetta sintonia, qualunque cosa stessimo dicendo o facendo.
Però scoprire il tuo corpo, baciare ogni parte di te non mi bastava più, adesso ti volevo. Quando sei entrato in me, dolcemente, andavi pianissimo, godendoti ogni piccolissimo movimento, spingendo piano senza parlare, la tua lingua mi sfiorava le labbra, ed era come fluttuare persi nell'aria, finchè non ho ti sentito tutto, profondamente. Tu eri con me.
Ti cingevo la schiena con le gambe cercando di trovare una posizione per sentirti ancora di più, ti abbracciavo le spalle aggrappandomi a te, e tu rispondevi con spinte sempre più forti, accelerando il ritmo fin quando, senza fiato entrambi, rallentavamo per ricominciare non appena il battiti del cuore diminuivano la loro corsa. Ma come ti sentivo....la luce, attenuata dallo shesh che avevo steso sopra la lampada, si rifletteva sul tuo bellissimo corpo sudato che scivolava su di me, dentro me, sempre di più, e la marea di piacere di nuovo risaliva con le sue ondate.
Ma adesso anch'io mi sto lasciando correre assai.
Ti ricordi per quanto tempo abbiamo scopato? Andavamo a tè, canne e coccole, da veri gaudenti.
Chè quella delle coccole è stata un'altra incredibile scoperta di quella notte.
Tu adori le coccole, come me e proposito di coccole, le fossette  che hai sulla parte bassa della schiena, un poco sopra il sedere sono deliziose, tutte da leccare, baciare, mordicchiare, te l'ho mai detto?
Ma non ci posso pensare, scrivere di quella notte insieme te mi agita e tu adesso sei lontano, troppo lontano da me.

giovedì 15 marzo 2012


Ah! Ho una reputazione io, per dire frasi mitiche, o meglio minchiate, nei momenti meno opportuni. Tipo a letto. Ma lasciamo perdere che sono già imbarazzato abbastanza.


Continuando il ricordo di quella prima volta, non so più se dopo il pasticcino ormai famoso ti sono venuto sopra, o se mi sono messo sotto sulla tua bella alcova, e ti ho tirata sopra di me. Di sicuro l'abbiamo fatto in entrambe le posizioni, quindi non ha molta importanza l'ordine in cui. Però mi ricordo fortmente di quando ero sotto io, e tu mi sei scivolata sopra, la tua pelle profumata di voglia, il tuo respiro corto e leggero, il tuo sorriso che si vedeva negli occhi. Riuscivo a pensare solo a quanto tu fossi bella, nuda, leggermente sudata (anche se le donne non sudano, traspirano...) i tuoi capelli a cortina attorno a noi mentre ci baciavamo, infilata profondamente in me, su di me, in te. E poi, quando ti metti in quella posizione che ti piace moltissimo. Sai quale dico: quando da sopra di me scivoli leggermente di lato e ti appoggi sul fianco destro al letto, la coscia sinistra sempre sopra di me, le braccia strette attorno a me come io stringo te, e mi giro un poco a sinistra per scoparti meglio. Non solo bellissimo, ma sembri anche un Apache quando al galoppo scivola sul lato del cavallo per sparare nascosto...


OK, la smetto. Prometto. Non ho saputo resistere. Parliamo del ritmo invece, che è importante. Fin dalla prima volta scoprii che il mio ritmo preferito è più veloce del tuo, ma anche che i due si accoppiano bene. Da sotto ti scopo veloce e forte (fin quando ce la faccio cioè...) inarcandomi sui reni e spingendo sulle gambe, mentre ti tengo abbracciata, e ti bacio. Hai notato quanto ci baciamo mentre scopiamo? Tu invece, sopra, le tue ginocchia a stringermi i fianchi, stai leggermente sollevata, come in sella, e mi vieni incontro ad un ritmo piu' lento ma ugualmente forte. Un colpo a scendere tuo ogni tre o quattro affondi a salire miei. E i due ritmi si capiscono l'un altro, si mantengono a vincenda, e gradatamente andiamo entrambi piu' veloci, e la tua pelle - sul collo, sul petto - si imperla, e il tuo respiro si accorcia, e i tuoi gemiti diventano più urgenti e profondi...e io, io mi piace da morire sentirti e guardarti quando sei così. Sei bellissima quando ti piace. E mi bisbigli cose carine all'orecchio, e mi stringi...ma io ancora sono molto lontano dal venire. 
E già senza fiato. Tu te ne accorgi, ti fermi e dici: "Ma ce la facciamo una canna?". Io naturalmente sono d'accordo, ma come posso mai lasciarti andare? E ci vuole un poco prima che ci sciogliamo dall'abbraccio, e mi alzo per andare al tavolo dove c'è la scatoletta con l'erba, le cartine, il portacenere e l'accendino. Prendo tutto e torno da te. Mi sdraio a pancia in giù - tu mi fai posto - e faccio la canna sul pavimento, sporgendo testa e spalle dal bordo dell'alcova. E tu sei accanto a me, mezza sopra di me, e mi parli e mi accarezzi, e io ti adoro.

mercoledì 14 marzo 2012

Continuavi a baciarmi la bocca, mi succhiavi le labbra e la lingua, goloso di quel misto di odori e sapori sul mio viso, poi senza parlare sei sceso verso il seno, e ancora più giù sulla pancia, dandomi leggeri e veloci baci random, veloci perchè era lì che volevi arrivare, in mezzo alle mie gambe a sentire il mio sapore.
Le tue labbra leggere si soffermavano sulle cosce spostandosi piano fino a quando non sentii il tuo naso sfiorarmi, e la tua lingua insinuarsi in me, prendermi, succhiarmi, scedere, salire, muovendosi casualmente o ritmicamente come se sapessi già tutto di me, di come mi piace..., le mie mani tra i tuoi capelli assecondavano i movimenti del tuo viso e io ti seguivo ondeggiando i fianchi alzandoli verso di te, calore e brividi sottopelle risalivano dal basso ventre verso la gola, e veramente mi stupiva come con te ci fosse questa incredibile fisicità cosi intensa e naturale visto che in fondo ci eravamo appena conosciuti.
La voglia di scoparti era sempre più forte, volevo sentirti muovere dentro di me, scoprire come lo facevi anche se avevo l'irrazionale certezza che sarebbe stato incredibile, come tutto d'altronde quella notte.
Forse dovevo averti chiamato o forse avevo solo pensato di farlo, quando piano sei venuto sù a ribaciarmi, profumatissimo e bagnato.
La storia che la fica è meglio del pasticcino, quella sera non l'hai detta, ma di tue mitiche frasi me ne ricordo parecchie.
Sei romanticissima nei tuoi ricordi di quella prima volta. Forse io pure, perchè lasciarsi prendere dalla passione e dalla voglia reciproca fu bellissimo. Però...però a questo punto del ricordo l'emozione cambiò. Quel bacio a labbra aperte: con che voglia ti assaggiavo la lingua e le labbra, sentendo il sapore del mio cazzo mescolato alla dolcezza della tua bocca. E il tuo corpo caldo su di me mi risvegliò qualcosa dentro, e mi venne una voglia pazza e incontrollabile di assaggiarti, di leccarti la fica, di bere il tuo succo. Subito. Era questo che tentavo di dirti dentro il bacio - un mugolio senza senso, fino a quando alzasti la testa e mi chiedesti "Cosa hai detto?" E sorridevi mentre lo dicevi.
In un attimo tu eri sotto, sdraiata, il tuo sorriso che mi spingeva a fare quello che volevo fare. Di solito mi piace scendere piano fra i seni fino all'ombelico e più sotto, ma quella volta credo che non ci volle niente. Mi fermai con le labbra sul pube, il naso fra i peli corti, l'odore della tua voglia già fortissimo. Alzai la testa un attimo per guardarti, mentre tu, pregustando quello che sarebbe venuto dopo, ti muovevi sinuosamente per metterti comoda, le tue cosce aperte e abbronzate, il tuo ventre arrotondato, bellissimo visto da sotto.
Non fui deluso. Come avrei potuto? La tua fica e' bellissima. Di forma, di labbra, di odore, di sapore. E i tuoi gemiti in sottofondo, la tua mano sulla mia testa ad accarezzarmi, le mie braccia attorno alle tue gambe, la mia mano destra sul ventre che avevo appena baciato, il tuo sapore che mi pervadeva la bocca, il naso, i sensi. E io che tentavo di pensare "ricordati che a lei piace quando le lecchi il clitoride" mi riempivo invece la bocca del tuo succo, leccandoti fra le labbra aperte, e pensavo invece ad un pezzo di saggezza popolare siciliana: "un pasticcino più dolce della fica non c'è." Forse te l'ho anche detto...
Mi piaceva che mi guardassi mentre mi sollevavi i capelli dal viso; anch'io, distesa tra le tue gambe, a tratti ti cercavo con lo sguardo e i tuoi occhi mi sembravano più grandi e intensi che mai, quasi come un lago di profonda acqua verde dove mi sarei voluta tuffare.
Le tue mani che scivolavano dalla mia testa alle spalle mi coprivano di irresistibili carezze, e avrei voluto che quell'istante durasse all'infinito, tanto ero rapita dalle intense sensazioni che riuscivi a trasmettermi.
Tutti i miei sensi erano concentrati su di te, ti respiravo intensamente come se non volessi perdere neanche la più piccola molecola del tuo odore, con la punta della lingua assaporavo ogni goccia di te come un miele dolce e fresco, il contatto con le tue cosce era caldo e forte, la tua voce mi cullava e i tuoi occhi..., ahhh nei tuoi occhi mi ci sarei voluta perdere.
Tutte queste sensazioni confluivano nella mia testa come onde di marea semre più lunghe, sempre più ampie sommergendomi di un piacere che non avevo mai provato con tutta questa intensità. Da subito avevo intuito che l'alchimia tra noi  fosse potente, ma non avevo immaginato quanto.

Diluendo leggermente quel flusso di emozioni in cui fluttuavo, scivolai fuori dalle tue gambe abbandonandomi su di te, le nostre labbra si ritrovanono nuovamente vicine, dolci, morbide, mi baciavi e parlavi nello stesso tempo e non capivo cosa stessi dicendo, ma era bello così.
Poi ricordo che ti sei spostato e sorridendo mi hai detto "non ti puoi divertire tutto il tempo tu!", e mi sembrò anche giusto.
Adesso eri tu su di me...lo sai, anche tu hai un bel culo.

lunedì 12 marzo 2012

Ero sul punto di andarmene...
E' vero. Fino all'ultimo istante non ero sicuro che tu volessi che io restassi, e non avrei mai potuto impormi - non sono io, e poi, quello che veramente mi eccita è sentire il desiderio corrisposto. E tu eri seria...mi ricordo che dopo che ti dissi 'non voglio andarmene', nonostante tu non abbia obiettato, non mi hai nemmeno apertamente detto di restare...per circa dieci secondi. Poi me l'hai detto senza parlare...eravamo in piedi, uno di fronte all'altra. Io mi ero già rimesso le scarpe e il giubbotto (mi piace questa cosa che si sta senza scarpe a casa tua), e tu avevi il famoso calzascarpe di legno del Vietnam (ma questa è un' altra storia) in mano, pronta a ridarmelo, o almeno cosi' sembrava...poi ho finalmente notato i tuoi occhi socchiusi, le tue labbra belle, il linguaggio del tuo corpo che mi diceva abbracciami e baciami (scemo)


E l'ho fatto. Mi ricordo benissimo. Mi sono avvicinato a te, inchinato leggermente e ti ho sfiorato le labbra con le mie. Sentivo il tuo calore, e avevi gli occhi socchiusi, mentre rispondevi al bacio. Che belle labbra, che bocca dolce. Lo sfioramento divenne rapidamente un bacio serio. Senza che me ne accorgessi ci stavamo stringendo, i nostri corpi che tentavano di appiccicarsi l'un l'altro. Ma come dici tu, troppi vestiti...
Mi ricordo le tue dita che mi aprivano la camicia, ma non smettevi di baciarmi. Il tuo odore, l'odore di te donna, era una cosa potentissima che mi saliva fino al cervello e mi scendeva in brividi lungo la schiena. Non credevo ai miei sensi, ed ancora eravamo in piedi, e vestiti...be' quasi vestiti. La tua schiena sotto le mie dita fu una rivelazione: i tuoi muscoli da nuotatrice, nascosti sotto la pelle, guizzavano sotto le mie mani mentre ti toccavo e ti esploravo e continuavo a baciarti. Ti leccavo le labbra e te ne succhiavo un angolino, continuavo a baciarti, e non riuscivo neppure ad articolare il pensiero che ti volevo nuda, perche' mi piaceva troppo stare li' stretto a te, cosi'. 


La prossima cosa che mi ricordo eravamo gia' spogliati. Il letto alcova che hai nel soggiorno sotto la mia schiena, i vestiti ovunque intorno, e tu, nuda, sopra di me. Bella, nuda. I tuoi fianchi un sogno curvo ideale, il tuo culo bellissimo - senza parole, ma bello bello. I tuoi capezzoli erti e duri, e (posso citare Fossati?) puntati dritti verso il mio cuore


Tu pero' da donna pratica avevi gia' deciso di passare al sodo. Mi ricordo i tuoi capelli inbionditi dal sole mentre, spalmata su di me, scendevi verso il mio cazzo. Il tuo naso che mi accarezzava la pelle, le tue labbra che mi assaggiavano qua e lá mentre ti avvicinavi. Io avevo smesso di respirare...poi le tue labbra su di me, il tuo respiro su di me, la tua bocca...devono essermi usciti dei sospiri serissimi, anche se questo non lo ricordo. Accucciata fra le mie gambe mi hai preso in bocca - io non riuscivo a stare giú, mi puntellavo sui gomiti per guardarti - che bella che sei. E hai continuato a prendermi in bocca, sempre di più, sempre più a fondo, e io non credevo ai miei occhi e alle mie sensazioni - così mai! E tu, tu hai continuato a prendermi, fino a quando le tue labbra mi hanno toccato il ventre. Avrei potuto morire lì in quel momento, di piacere puro. Però...però ti volevo io, ora. Tutta. 
Eri sul punto di andartene quando ci siamo baciati, avevi labbra morbide e un buon sapore. Le nostre lingue si toccavano piano e le labbra si sfioravano appena.
Improvvisamente mi hai stretto forte iniziando ad accarezzarmi la schiena, e ti dissi che quello che stavi facendo non era legale, ricordi?, ma non lo pensavo sul serio, anzi in quel momento realizzai che tra noi c'erano troppi, troppi vestiti, le volevo sentire su di me le tue mani e forse anche tu dovevi aver pensato la stessa cosa (i vestiti,... troppi) perchè iniziammo a spogliarci reciprocamente. 
Sbottonavo la camicia baciando ogni centimetro di pelle che scoprivo, ero persissima e presissima dalla scoperta del tuo corpo, respiravo per la prima volta il profumo di te che arrivava direttamente al cervello esplodendo in mille sfumature che mi scioglievano di desiderio.
Non lo so quanto tempo sono stata ad esplorarti, baciarti, leccarti, odorarti, accarezzarti, non lo so davvero.
Quella fu notte di scoperte. La più grande, in senso letterale, fu il tuo cazzo!
Perfetto, grande, dritto. Mooolto bello.
E come Wilde, anch'io so resistere a tutto meno che alle tentazioni, non resistetti. No.
Volevo assaggiarti, mi chinai su di te spargendo i capelli che ricadevano sulla tua pancia, ti baciavo sulle cosce, avvicinadomi sempre di più. Lo sentivo quanto lo desideravi..... lo percepivo dal tuo respiro, dai mmmmm sempre più forti.
Mi alzasti i capelli dal viso dicendo" fatti guardare"
E le mie labbra su di te. Il tuo sapore. 
Pensavo tra me e me: e magari lo sa pure usare!!!
Nudo sei bellissimo

domenica 11 marzo 2012

La percezione del tempo, in quel periodo, era totalmente nebulosa.
Quel mese, scivolato via come acqua veloce di torrente, l'ho vissuto in modo così intenso come mai era accaduto prima.
I pomeriggi casa mia, trascorsi a fare l'amore e bere tè parlando abbracciati, con l'Indica e Aretha in sottofondo, si liquefacevano in notti che scolorivano e si disperdevano nelle sfumature dell'alba e nell'odore di gelsomino che entrava dalle finestre. 
Il tempo trascorreva troppo in fretta, eppure avevo la sensazione che si fermasse mentre abbracciata a te, sentivo che eri accanto a me, con me, dentro di me, nella mia testa e le tue vibrazioni erano le mie vibrazioni. 
Quando andavi via, mi mancavi da subito ma il tuo odore su di me continuava ad abbracciarmi ad ogni mio movimento e sembrava non volesse lasciarmi mai.
Come fosse possibile tutto questo in così poco tempo non me lo riuscivo a spiegare, certamente la chimica fra noi era irresistibile ma le emozioni che mi suscitavi sconfinavano pericolosamente nel coinvolgimento che, ancora in quel periodo, cercavo di evitare come la peste!  
Non si trattava solo di sesso, era, come dicevi tu, qualcosa ad un livello superiore e che aldilà delle domande che entrambi potessimo farci ci prendeva ogni giorno sempre di più.
Nulla accade per caso.

sabato 10 marzo 2012


Io avevo pensieri e sensazioni simili. Mi ricordo distintamente il dubbio che mi venne quando, dopo le prime notti insieme, mi trovai a riflettere: sesso cosí bello, soddisfacente, pieno, dove dai tutta te stessa a me e io mi dò a te, dove quando siamo nudi ed abbracciati il resto del mondo sparisce - letteralmente sparisce, rimane al di fuori di questa bolla che ci circonda, e che mi sembra a volte di intravedere oltre la curva della tua spalla quando sei sopra di me, come una bolla di sapone vista dall'interno, o meglio un campo di forza che ci circonda e ci separa dal resto del mondo - quando sento il tuo corpo e la tua mente che fanno l'amore con me come mai mi era successo prima, dicevo (wow che periodare contorto) avevo il dubbio: ma com'è possibile che in tutta la mia vita, con tutte le donne che ho avuto prima, non mi sia mai successo niente di simile? E per giunta in una semplice storia casuale, senza coinvolgimento sentimentale. Ma quello emotivo, oh, se c'era: amplificato dalle canne che ci facevamo in continuazione, il profumo dell'erba ancora sulle tue dita, emozioni fortissime mi attraversavano come fulmini, ma a differenza di questi duravano a lungo, oh si...quel mese non dormimmo mai. La felicitá data dalla vicinanza fisica e mentale, il piacere del godimento nella scopata, la voglia fortissima di non lasciarti andare, di tenerti stretta... e poi - quando non ce la facevo più fisicamente, e tu rimanevi vicina a coccolarci, a darci bacini su bacini, il mio naso nel tuo collo e sotto l'orecchio...
Della Jong non mi ricordo niente - ero al quarto ginnasio quando lessi il famoso romanzo. Ma sai cosa mi veniva in mente, invece, come se improvvisamente avessi scoperto cosa volesse dire? Gianna Nannini: 'ma quanta fantasia ci vuole per sentirsi in due...'   
Era proprio perfetta, avevo sempre desiderato una storia così: coinvolgente ma non occlusiva, fluida ma non viscosa. 
Sesso puro ma non solo quello, in verità non mi era mai successo di scopare con qualcuno in questo modo, ogni parte del mio corpo ti voleva e voleva soltanto te, ma poi c'erano anche le coccole, i gesti carini e le tenerezze...
Inoltre presto saresti dovuto partire e anche questo era perfetto in quanto avrebbe reso tutto più semplice limitando il pericolo di coinvolgimenti emotivi  troppo profondi.
Entrambi eravamo pienamente coscienti dei confini reali e tangibili della nostra relazione e la vivevamo intensamente al presente, al massimo immaginandone l'immediato futuro.
Non ci chiedevamo niente, quando eravamo insieme esisteva solo la necessità di stare pelle contro pelle, bagnati di noi e mai sazi.
tutto questo mi riporta alla mente la scopata senza cerniera di Erica Jong.
 "...La scopata senza cerniera è molto più di  una semplice scopata, è un ideale platonico. Senza cerniera perchè al momento buono le cerniere cadono come i petali di una rosa sfiorita, la biancheria si sparge nel vento come la bambagia di un soffione. le lingue si intrecciano e si liquefanno. L'anima scivola come un sospiro nella lingua e poi nella bocca dell'amante"


venerdì 9 marzo 2012


Un bellissimo maggio in cui ci siamo ritrovati, un intero mese durante il quale non abbiamo mai smesso di cercarci, scoprirci, sfiorarci ed esplorare i nostri corpi fino all’alba.

Inventavamo le occasioni per vederci e per passare la notte insieme, e nonostante il desiderio di dormire fosse grande, mai ci siamo riusciti. Ricordo alcuni vani tentativi, dettati solo dallo sfinimento e naufragati repentinamente perchè le mani non riuscivano a stare ferme, continuavamo ad accarezzarci, e ricominciavamo nuovamente. Sarebbe dovuto passare altro tempo, anni, prima di potere trascorrere una mezza nottata a dormire, ma sempre dopo due giorni e due notti trascorsi praticamente insieme.... E comunque è stata una tutta una scoperta abbandonarsi al sonno tra le tue braccia, e svegliarsi insieme!
Ma io lo so cosa mi impediva di dormire, era il contatto con la tua pelle, il tuo odore su di me, la voglia di coccole tenere, la voglia di sentirti, la voglia di averti sino in fondo.
Desiderio, euforia, passione,...sensazioni che non provavo più ormai da tempo e che comunque mai avevo provato con questa intensità. Dovevi arrivare tu....

Il mese successivo al nostro incontro - o meglio, ri-incontro - e’ come il ricordo di una notte di nebbia: riuscivo a vedere solo te perche’ eri vicina. Tutte o quasi le notti. E al di fuori di quel bozzolo di luce tendenzialmente rossa con tu e io dentro che e’ il mio ricordo di quel mese, non distinguo quasi null’altro.

Va be’ basta con le licenze poetiche. Ma quanto abbiamo scopato in quel mese? La voglia reciproca non ha fatto che crescere. Il tempo che passavamo nudi e abbracciati nel tuo letto - largo, basso, futon per materasso, luci quasi infrarosse ad attenuare il buio quanto bastava per vederci trovarci - non faceva che alimentare il desiderio di volerti ancora. E gia’ li penso che lo stavamo cominciando a capire che non sarebbe stata una cosa banale fra tu&io.
E dire che non ti avevo riconosciuta, quando ci siamo ri-incontrati, quella sera pochi giorni prima.
Ti desideravo moltissimo, è vero, ma nel contempo percepivo fortemente la tua potenziale pericolosità; l’attrazione verso di te era magnetica, senza via d’uscita e tu eri “molto” sposato e vivevi all’estero.

Queste sono le condizioni ideali per una notte di sano sesso, avendo la precisa consapevolezza di vivere il momento: hic et nunc, senza implicazioni di nessun tipo, niente di meglio, pensavo! ma in realtà non provavo questa sicurezza razionale, anzi i sensi cercavano di avvisarmi che stavolta sarebbe stato diverso.
Qando ti sei avvicinato e mi hai baciata, all’inizio solo un po’, dolcemente, poi sempre più intensamente, la voglia di scoprire il tuo odore, di accarezzare la tua pelle ha travolto le mie incertezze. 
E’ accaduto così.
La cosa più bella che abbia fatto da anni.

Ma e’ vero che i ricordi sono gli stessi, solo i dettagli qualche volta cambiano. Mi ricordo di quando alla fine di quella sera a casa tua - mi ero gia’ rimesso le scarpe, e tu mi avevi gia’ ridato il famoso calzascarpe col manico che credevi fosse di mio padre - ero li’ in piedi pronto a salutarti ed andarmene. Apparentemente. Sapevo che volevo rimanere con te, e stavo decidendo di dirtelo. O meglio, come dirtelo. Certo, il fatto che avessi tutto il sensorium amplificato dalla canna - e il tuo odore mi era gia’ arrivato al naso - non rendeva le cose piu’ facili. 
O forse si’. 
Comunque. Rimasi. Mi volevi come io volevo te. 
La cosa piu’ bella che abbia fatto da anni.

Stesso titolo, stesso intento, stessi autori: tu&io

Le canne solitarie ultimamente sono noiose.



Non ti ricordavi di me però mi hai cercata, perché?

Qualcosa mi spinge a pensare che forse volevi un poco scoparmi, solo un poco e sia chiaro, forse!

E comunque il tuo “scopo” non era poi così dissimile dal mio: tu mi piacevi assai.

Mi piaceva il tono della tua voce, il tuo modo di parlare, quello che raccontavi, per non parlare dei tuoi occhi e...beh si mi piacevi,...e ancora non avevo respirato l’odore della tua pelle!!
Quella sera eravamo a casa mia, avevamo fumato e avevamo letto i fondi del tè, quando mi hai detto all’improvviso “senti, non voglio andare via....”
Confesso che la naturalezza con cui l’hai detto mi ha spiazzata, ma mi ha spinto a realizzare che anch’io desideravo che restassi.....