venerdì 9 marzo 2012


Il mese successivo al nostro incontro - o meglio, ri-incontro - e’ come il ricordo di una notte di nebbia: riuscivo a vedere solo te perche’ eri vicina. Tutte o quasi le notti. E al di fuori di quel bozzolo di luce tendenzialmente rossa con tu e io dentro che e’ il mio ricordo di quel mese, non distinguo quasi null’altro.

Va be’ basta con le licenze poetiche. Ma quanto abbiamo scopato in quel mese? La voglia reciproca non ha fatto che crescere. Il tempo che passavamo nudi e abbracciati nel tuo letto - largo, basso, futon per materasso, luci quasi infrarosse ad attenuare il buio quanto bastava per vederci trovarci - non faceva che alimentare il desiderio di volerti ancora. E gia’ li penso che lo stavamo cominciando a capire che non sarebbe stata una cosa banale fra tu&io.
E dire che non ti avevo riconosciuta, quando ci siamo ri-incontrati, quella sera pochi giorni prima.

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