domenica 18 marzo 2012


Il tempo andò via veloce e leggero, ci accorgemmo dell'alba solo per i fischi rumorosi dei merli e di altri uccelletti che avevano eletto il giardino a loro dimora.
Nella luce soffusa esistevamo soltanto noi, abbracciati in mille modi diversi per tutto il tempo, immersi l'uno nell'altro tutta la notte. Ma che notte...
E tu, dolce e beddu, eri così eccitante e desiderabile che non mi stancavo mai di volerti.
Quando venivi dentro di me eri completamente perso nel godimento, i tuoi sussurri aumentavano fino a trasformarsi quasi in urla di piacere, anzi senza quasi, il tuo odore più forte e speziato mi faceva impazzire dalla voglia di te, e tu spingevi con impeto il tuo cazzo sempre più duro e più grande fino a quando non ti abbandonavi a me, bagnatissimo e senza più fiato, abbracciandomi e coprendomi di bacini. Dolce.
Ma ho divagato...dicevo che notte che è stata.
Cosa avevi risvegliato in me? Da quanto tempo non mi sentivo così viva e appagata?
Tu avevi un effetto su di me afrodisiaco e oltre ad essere dolce, beddu, profumato, eri pure simpaticone e intelligente quindi PERICOLOSISSIMO per una come me che non aveva nessuna intenzione di lasciarsi coinvolgere più di tanto, single da anni e contenta di esserlo.
Beh, ma fortunatamente parte quindi non c'è problema.
Lo ripetevo come un Mantra, per tutto il tempo che sei stato qui

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