lunedì 19 marzo 2012


La sera quando ci riincontrammo ero a bere una birra con i ragazzi del Tai Chi e L. ci doveva raggiungere con un suo amico; dopo averti presentato a tutti collettivamente, vi sedeste accanto a me. Parlammo tutta la sera ma non ti avevo riconosciuto per niente.
Mentre ero fuori per farmi una sigaretta ebbi l'illuminazione: ma tu sei.....? Mi guardavi perplesso cercando un riferimento, che prontamente ti diedi ma tu niente, non ti ricordavi.
Certo in trent'anni si cambia molto. Ora eri molto diverso dall'immagine di te  che avevo io: capelli lunghi stretti a coda, jeans strappatissimi, un fantasma di sacco a pelo tenuto insieme da una corda a tracolla sulla spalla e uno spazzolino da denti nella tasca sul culo...e soprattutto eri inavvicinabile, caspita diciotto anni erano tanti per me e sottobraccio, alla faccia della timidezza, c'era sempre una ragazza.

Poi devo un attimo spiegare perchè pensavo che fossi pericoloso: tu mi piacevi molto e con tutta quella chimica insaporita da uno spiccato sense of humor e da una evidente intelligenza, che in un uomo mi seduce più di ogni altro aspetto, mi apparivi come un'oasi nel deserto del desolante panorama maschile che ultimamente mi circondava e mi lasciava del tutto indifferente. E questo ovviamente non te lo dissi, non subito perlomeno.

Era ormai mattina. Entrambi eravamo stravolti ma nonostante tutto continuavamo a coccolarci abbracciati; l'idea che dovevi andartene non mi entusiasmava, comunque seppure riluttante, mi alzai per fare il caffè e rollare ciò che era rimasto in un'ultima cannina di buon giorno mentre tu raccoglievi i nostri vestiti dispersi e riportavi tazze e teiera in cucina.
Ciao, ci vediamo presto mi dicesti sulla porta di casa e, non ricordo se lo dissi o se lo pensai soltanto, non avrei voluto che te andassi, ma era giusto così e ne approfittai per dormire qualche ora.
Mi svegliai tardi, con la beatitudine stampata in viso, mi sentivo piena di energia come non mi accadeva da tempo e dopo essermi lavata l'essenziale scesi a mare per fare una nuotata. Ricordo che volutamente non feci la doccia perchè volevo sentire addosso ancora per un po' il tuo odore, tanto mi piaceva.
Pensai spesso a te, alle tue labbra dolci, a come facevi l'amore, a quanto mi desideravi e a quanto mi sentissi desiderata da te, alle parole che mi sussurravi mentre mi baciavi e che spesso non capivo e mi chiedevo quando ci saremmo rivisti, presto sì, ma non credevo sarebbe stato così presto.